ROMA, 27 mar. – “Uno Stato che blocca l’ascensore sociale e non permette alle nuove generazioni di crescere e di godere delle stesse possibilità di cui hanno goduto le generazioni precedenti è uno Stato ingiusto e conservatore”.
Lo afferma Gianpiero Samorì, presidente del Mir – Moderati in Rivoluzione e esponente di Forza Italia.
“Non è possibile che tutti i grandi imprenditori italiani abbiano più di cinquant’anni, che tutte le grandi imprese italiane siano nate negli anni ‘50 e ‘60. Non è una questione di intelligenza o capacità. E’ una questione di possibilità – spiega Samorì -. La società di oggi tende all’appiattimento, mette delle barriere all’ingresso, e crea una situazione per la quale i poveri sono destinati a rimanere poveri, il ceto medio rischia di diventare povero e i ricchi sono sempre più ricchi. Tutto ciò grida vergogna”.
“Le famiglie e le imprese, i privati e i giovani avrebbero bisogno di interventi massivi di qualità – afferma Samorì -. Avrebbero bisogno di banche in grado di selezionare i propri investimenti in base a parametri reali di crescita, produttività e sviluppo. Purtroppo le banche oggi non sono in grado di farlo perché dedicano tutte le loro migliori intelligenze a trovare il modo per nascondere il fatto che i soldi sono stati persi. Non c’è interesse e attenzione all’economia reale e allo sviluppo”.
“E – continua Samorì – mentre i privati e i giovani, le famiglie e le imprese vengono completamente tagliate fuori dal mercato del credito, anche lo Stato, attraverso il sistema fiscale e la burocrazia, si accanisce su di loro. Tutte le aziende e i privati sono soggetti a un prelievo fiscale esagerato che ha come unico fine il supplire alle esigenze di cassa dello Stato. Ritengo che questo sia il massimo della conservazione e dell’ingiustizia sociale”.