Oggi a Roma si è rinnovata l’idea di una Europa unita. Non basta tuttavia una firma per dare corpo ad un progetto di grande importanza, se l’Europa che si intende costruire è a misura dei grandi ricchi, dei grand commis di stato e dei banchieri. È il benessere diffuso, l’equilibrio tra i ceti, la ripresa del credito in particolare per le giovani generazioni che decideranno il successo o l’insuccesso di questo progetto ardito e meraviglioso.
Saranno in grado i ceti dirigenti di comprendere le reali esigenze dei popoli e di soddisfarle, rinunciando ai molti privilegi che si sono attribuiti?
Speriamo di sì ma ne dubitiamo.
Gianpiero Samorì