Finalmente anche Renzi ha iniziato a interessarsi di un tema di cui da ben due anni mi sto occupando: la stretta creditizia che ha paralizzato l’attività economica e le iniziative d’impresa nel nostro Paese.
È noto che le banche italiane trattengano da anni 130 miliardi messi a disposizione dalla Bce lucrando il differenziale di tasso coi titoli di debito pubblico senza riservare nulla all’economia reale.
Ora se il Presidente del Consiglio pensa davvero quello che dice, ecco una facile soluzione. Promulgare con decreto legge le seguenti norme:
Gli istituti di credito che hanno avuto accesso alle agevolazioni della Bce, a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma, devono concedere a favore di famiglie e imprese risorse che corrispondano ad almeno il 50% di quanto ricevuto dalla Banca centrale. Il tasso fissato non potrà superare di tre volte quello in vigore all’inizio del trimestre solare in cui la banca ha ricevuto le somme, i crediti o provvidenze da parte della Bce.
La Banca che non rispetterà questa direttiva dovrà versare in un fondo denominato “Salva Casa” istituito presso il ministero dell’Economia un importo pari alla differenza tra il tasso Bce e un tasso convenzionale del 4%. Questo fondo sarà utilizzato in aiuto alle famiglie, per il pagamento delle rate di mutuo sulla prima casa scadute e non saldate.
Se Renzi realizzerà questa proposta avrà sicuramente il plauso di tutti, diversamente confermerà di essere in piena sintonia col vecchio adagio che vuole che in Italia si cambi tutto per non cambiare nulla. Aspetto con entusiasmo il prossimo Consiglio dei Ministri.
Gianpiero Samorì